lunedì 20 ottobre 2014

LA CASA



La casa, da sempre, rappresenta il focolare di una famiglia, la struttura sociale più importante, centrale ed essenziale per la crescita dell’anima. 
Il rapporto privilegiato fra la donna e la casa si è creato tempi antichissimi ed è sempre stato strettamente legato alla discriminazione fra i generi.
Dal punto di vista storico sappiamo che, a partire dal neolitico, ma soprattutto con l’affermarsi dell’età dei metalli, la donna cominciò a dedicarsi esclusivamente alla cura della casa..
La casa racconta tutto dei suoi abitanti: mostra chi sono, come vivono, quali esperienze hanno fatto e quali si preparano a fare. Nella casa troviamo rappresentato il bisogno di privacy della coppia e poi della famiglia, ma anche la propensione ad utilizzare quegli stessi spazi come luogo di socializzazione e di contatto con il mondo esterno.
Una volta, proprio in virtù della concezione della donna come custode del focolare domestico, l’arredo era lasciato principalmente al gusto femminile. “Per una donna innamorata costruire ed arredare la casa è un atto d’amore. Molto spesso è lei che sceglie i singoli mobili e tutti gli innumerevoli oggetti che serviranno nella loro vita futura. Li sceglie in modo che la casa piaccia al suo uomo, perché egli vi si trovi a suo agio, perché si senta bene in ogni momento della loro vita. Nella sua mente vede già dove saranno seduti per guardare insieme la televisione. Immagina la stanza con la tovaglia ricamata dove riceveranno gli amici, quale sarà il posto del marito, quale il suo”. “La donna e la casa” di Francesco Alberoni, 1997.
Arredare la casa del resto è un atto molto importante perché riflette il nostro modo di essere. Gli oggetti di cui ci circondiamo, la moda cui aderiamo, ci permettono di diventare davvero simili a ciò che si desideriamo essere ed apparire: agli altri, ma anche a noi stessi.
Secondo il filosofo Walter Benjamin, abitare significa lasciare impronte. E la donna, nella casa, è ormai una persona che lascia molte impronte, non limitandosi più a cancellare le tracce dell’abitare degli altri, senza imprimere le proprie.